“ESAME” DI LAUREA PER SALVARE IL MESSINA 1 by Pianeta Messina in Cat.1 — 10 Feb, 2017 Partenza alle prime ore del mattino. Destinazione Roma, dove ad attenderli c’erano il prof. Eugenio D’Amico, docente di Economia dell’Università La Sapienza. Con lui l’avv. Angelo Massone, “collettore” della cordata non meglio identificata (si parla di imprenditori che vivono in Usa) e il consulente Marcel Vulpis (nella foto) giornalista, economista, esperto di marketing nello sport. Nella capitale, proprio all’Università La Sapienza, l’appuntamento con gli attuali soci del Messina e gli imprenditori calabresi, anch’essi intenzionati ad acquisire parte delle quote dell’Acr. A Roma c’è pure Ezio Ruvolo (nella foto in basso con Gugliotta alla stazione), che rappresenta anche l’imprenditore palermitano Domenico Gallina. Una vera e propria “adunata” nella capitale per cercare di trovare il bandolo della matassa per il bene del Messina. Sia chiaro, in questo momento (il vertice è ancora in corso) è difficile dire come andrà a finire. Ma una cosa è certa. Oggi a Roma si capirà finalmente chi bleffa e chi fa sul serio. E lo si capirà dai bonifici che ognuno dei gruppi metterà sul tavolo. Al di la delle chiacchiere, dei veleni e delle supposizioni. Oggi chi vuole veramente entrare nel Messina lo dovrà fare con i fatti. Questo il senso della “missione” romana. Si parlerà, soprattutto, della spartizione delle quote societarie. Nel “mirino” dei subentranti c’è il pacchetto (88%) attualmente detenuto da Stracuzzi (che si è dimesso dalla carica di presidente) e dall’inseparabile Oliveri. Ed è qui che si gioca la vera “partita”. Stracuzzi, a quanto pare, vorrebbe restare nell’Acr con una quota minoritaria (l’11%, mentre Oliveri il 7%), un’idea che non piace agli altri attuali soci con i quali non corre più buon sangue. Tante “anime” diverse, dunque, che oggi per ragion di Stato (la sopravvivenza del Messina) sono sedute attorno a un tavolo, compresi i palermitani che non fanno i salti di gioia se gli parli del gruppo Massone. E in questo ginepraio ci sono anche i tre imprenditori calabresi che oggi potrebbero sciogliere le riserve, accaparrandosi circa la metà delle quote intestate a Stracuzzi e Oliveri. E l’altra metà? E’ qui è il punto cruciale. Potrebbe essere acquisita interamente dalla cordata Massone che poi ne cederebbe una “fetta” ai palermitani rappresentati da Gallina che ha già partecipato alla nuova fidejussione, insieme a Micali e Gugliotta dopo il “no” di Stracuzzi. PIANETA MESSINA Share