IL PORTICI DIETRO L’ANGOLO. E IL MESSINA “EMIGRA” ANCORA 3 by Pianeta Messina in Cat.1 — 28 Ago, 2017 Siamo nella settimana di Portici-Messina. Vorremmo parlare della partita d’esordio dei peloritani, del programma di lavoro della squadra, del quartier generale giallorosso, delle strategie di marketing, della campagna abbonamenti, del definitivo assetto societario, delle magliette nuove. Insomma di cose normali per una società di calcio che si chiama Messina. Al di la della categoria e del budget. Perchè qui non è solo una questione di soldi, ma di mentalità. Di lavoro di gruppo, di spirito di squadra. Ognuno con il proprio ruolo, le proprie competenze. In una sola parola: organizzazione. Quella che finora, non se ne dolga il presidente Sciotto, ha difettato in seno alla “nuova” Acr Messina. L’ultimo “contrattempo”? La ripresa degli allenamenti, dopo il doppio ritiro agostano, era prevista allo stadio “Franco Scoglio”. Invece, non si è capito il vero motivo, arriva il contrordine della società. Il Messina si allenerà sul sintetico di Torregrotta, quindi niente ritorno in città dove i tifosi avrebbero potuto avere un primo contatto con il nuovo Messina. E a quanto pare, l’intera comitiva resterà in provincia fino a ridosso della partenza per Mugnano, il campo neutro dove si disputerà domenica prossima il match contro la matricola Portici. Una trasferta delicata, soprattutto perchè il Messina rischia di affrontarla con un organico incompleto. O meglio con cinque-sei calciatori che possono fare la differenza ed il resto nella norma. Quindi un Messina che somiglia più a un’incompiuta che a una corazzata. E in attesa che la “tela di Penelope” dei rinforzi arrivi a conclusione (per Colombini, fino a stasera, nulla di fatto), tratteniamo ancora il respiro di fronte all’ennesimo campanello d’allarme lanciato dall’allenatore Venuto (che anche a Pianeta Messina, già nel ritiro di Rocca di Caprileone, parlò di cantiere aperto) che dalle colonne del quotidiano cittadino ha detto chiaramente che sia la squadra che la società sono incomplete. E a proposito di organigramma societario, quindi di assetto organizzativo, le dimissioni di Benedetto Bottari (nella foto in ritiro in Sila) dalla carica di segretario sportivo e team manager del Messina, sono il chiaro segnale che qualcosa non funziona nella “casa” giallorossa. Diversità di vedute, probabilmente, alla base del divorzio tra una persona esperta di calcio e scrupolosa come Bottari (che con Venuto ha lavorato bene e vinto in altre piazze) e un presidente accentratore come Sciotto che spacca il capello in quattro prima di decidere cosa fare, forse per la mancanza di un vero e proprio rapporto fiduciario con i propri collaboratori. E ciò rallenta, inevitabilmente, qualsiasi cosa, visto che manca un vero lavoro di equipe. Perchè se c’è una sola persona al comando che vuole far tutto, con i toni e i tempi sbagliati, c’è il rischio che si complichi tutto. Bottari, messinese, aveva iniziato quest’esperienza nonostante qualche titubanza iniziale. Ma l’aveva fatto per due motivi: è tifoso del Messina e l’allenatore si chiama Antonio Venuto. Una decina di giorni di lavoro su più fronti. Non solo da segretario per mettere a punto le prime bozze dei contratti per i calciatori, ma anche da team manager, provvedendo a organizzare la trasferta di Portici o l’alloggio dei calciatori al loro rientro in sede dopo il ritiro in Sila. Insomma un lavoro pulito, ordinato, ma il feeling tra lui e il presidente non è mai sbocciato. Bottari ha deciso di lasciare l’incarico lo scorso weekend e a quanto pare non tornerà sui propri passi. A malincuore, perchè lavorare per la squadra della sua città gli sarebbe piaciuto. PIANETA MESSINA Share